martes, 7 de julio de 2009

Giovanni Cingolani, marchigiano illustre, pittore, maestro di restauro,soggiorno argentino

Giovanni Cingolani, marchigiano illustre, pittore, maestro di restauro,soggiorno argentino

sábado, 30 de mayo de 2009

Giovanni Cingolani, pittore e restauratore dello Stato del Vaticano


Giovanni Cingolani, pittore e restauratore dello Stato del Vaticano

Giovanni Cingolani (in spagnolo Juan) nacque nel 22 gennaio 1859 da una famiglia di agricoltori residenti nella frazione di Sant´Egidio, vicino al Municipio di Montecassiano (Provincia di Macerata -Regione Marche -Italia).Rimasto analfabeta fino all´età di 12 anni ma dotato di un innato talento nel disegno, intraprese gli studi grazie all´intervento del pittore locale Amadio Iachini (suoi dipinti si trovano nelle chiese di S. Egidio e di Vissani) che ne intuì le promettenti doti artistiche.Entrato in contatto con il pittore neoclassico maceratese Giuseppe Mancini Cortesi, frequentò l´Accademia di Belle Arti di Perugia, dove recepì i modi della pittura purista e romantica.Nel 1880 si trasferì a Roma, dove entrò in contatto con la cerchia tedesca dei "Nazareni" e con Ludovico Seitz (autore del grande complesso decorativo della Cappella Tedesca nella Basilica di Loreto). Ottenne l´incarico di restauratore dello Stato del Vaticano, lavorando al recupero dell´Appartamento Borgia del Pinturicchio, delle Stanze di Raffaello e degli michelangioleschi nella Cappella Sistina.Nel 1909 si trasferì definitivamente a Santa Fe, in Argentina, affiancando l´attività didattica al costante impegno artistico. Qui morì nel 1932, compianto dalla nazione come artista di consolidata fama.
Fuente: Montecassiano, itinerario pubblicazione del Comune.

viernes, 1 de mayo de 2009

Cingolani: en su justa dimensión

"El Maestro en dos Mundos"
Articulo del Diario El Litoral de Santa Fe, sabado 18 de abril de 2009
http://www.ellitoral.com/index.php/diarios/2009/04/18/arteyletras/ARTE-01.html

domingo, 5 de abril de 2009

mail: giovannicingolani@hotmail.com

A MANERA DE INTROITO

Tarea compleja es la de intentar el perfil biográfico de un artista, máxime cuando éste-finalizada ya su labor creativa-merece lecturas diversas por su proteico protagonismo.
Si a ello se suma que, por sobre cronologías, anecdotarios y otros sesgos, la biografía pretende planteos críticos o los sugiere, dicho compromiso se ahonda indubitablemente.

Fernando E. Pallotti asume tal compromiso con nobleza de partes. Toma a Juan Cingolani artista con respeto admirativo de investigador. Revela hacerlo indagando en las fuentes directas y en los caminos menos frecuentados de archivos y versiones de la tradición oral. Asocia y desmembra capítulos y obras, configurando todo un quehacer artístico en sus más enriquecedoras proyecciones. Y de todo ello, como es posible suponer, emerge el Juan Cingolani hombre, con sus facetas de maestro y de espíritu sensible a la vida, a los vínculos afectivos, a los secretos órdenes.

La biografía crítica de Pallotti, Juan Cingolani, maestro en dos mundos, ofrece al lector un buen campo para entrar al conocimiento del pintor y de su obra. El celo con que ha penetrado en su período italiano, tanto como su residencia en América, y más propiamente en Santa Fe, Argentina, permiten trazar líneas de valoración y, a la vez, esbozar un presupuesto de acción seguido con notable rigor, disciplina y selectividad.

Pallotti ubica a Cingolani en su época. Y lo descubre como un artista que fue testigo y dio testimonio de su tiempo. Hombre de dos mundos, hombre de dos siglos, cabalgó indudablemente entre las corrientes clásicas y, por sobre estilos, configuró un quehacer de definidas ascendencias. Mas de la mitad de su vida la integró, artísticamente, en su Italia natal, y poco menos de un cuarto de siglo prodigó su arte en estas tierras de Garay, tan lejanas a su formación.

Cingolani constituyó una presencia decisiva en el panorama del arte santafesino. La primera década del siglo XX, que contribuyó a la alborada de las academias y el asentamiento de los primeros pintores extranjeros en el medio, lo contó también a él. Y resulta sumamente estimulante el hecho que un artista que trabajó en la cámara Rafael, en el apartamento Borgia, que contribuyó con sus pinceles en el restauro del Juicio Final de Miguel Angel, que retrató al papa León XIII y elaboró capolavoros de la envergadura de Jerusalén liberada, a más de aquél Torcuato Tasso o los frescos de las iglesias de Carpinetto y de Pollenza, llegara a Santa Fe de la Vera Cruz, ciudad del país más austral del mundo. Llegara a Santa Fe como lo hicieran quienes lo precedieran por pocos años de la Europa del arte: José María Reinares, Salvador Cabedo, José María D´Anunzio. Y aquí-más que dar lecciones, que las dio-aleccionara a generaciones jóvenes e intermedias en torno a las potencialidades expresivas de las grandes concepciones: el arte mayor de los muros, de las restauraciones, de la ornamentación jerarquizadora de los espacios eclesiásticos y civiles.

Sin duda, la obra que concretó aquí Cingolani en poco más de cuatro lustros fue portentosa. Puede hablarse de genio, pero quizá la palabra justa sería iluminado.
Con ese fervor de la iluminación trabajó arduamente, subido a entarimados y enfrentado a caballetes, forjando siempre otras realidades simbólicas en torno a los grandes temas y a las grandes hagiografías. Esto es lo que importa destacar: la efusión de su arte. El poder de exaltación de sus imágenes religiosas. La fuerza caracterizadora de sus retratos. El espacio configurador, en fin, que logró plasmar con sus pinceles y que llevó al medio a una nueva y respetuosa conceptualización de la obra artística.

Por ello, el libro de Fernando E. Pallotti suma, a sus méritos intrínsecos, el factor de oportunidad. Llena un vacío, quizá, respecto a anteriores indagaciones analíticas. Y sobre todo, pone un hito decisivo para los estudiosos de ese arte nacional integrador de corrientes y de épocas. Ubica a un artista cuya obra está en el mundo; desde Italia a Francia, desde Turquía a España, pero que fundamentalmente centraliza en América, en la ciudad argentina de Santa Fe, su visión conceptiva final.


J.M. Taverna Irigoyen
Presidente de la Academia Nacional de Bellas Artes de la República Argentina

A MODO D’INTROITO ( Prefazione)

E’ lavoro complesso procurare il profilo bibliografico di un artista, specialmente se questi ha già finito la sua tarea creativa, ed è degno di diverse letture per il suo versatile protagonismo.
Se il compendio, oltre alle cronologie, aneddotari e altri aspetti, la biografia pretende la presentazione di critiche oppure le suggerisce, le difficoltà si approfondiscono indubbiamente.
Fernando E. Pallotti accetta l’impegno con capacità ed efficienza.
Si impadronisce di Juan Cingolani come artista con il rispetto ammirativo del ricercatore.
Lo rivela nelle indagini dei documenti diretti e nelle vie meno frequentate di archivi e versioni della tradizione orale. Associa e scompone capitoli ed opere, configurando il tutto in un’arricchita faccenda artistica di diffusione. E da tutto ciò, come è da supporre, emerge il Juan Cingolani, con la sua sembianza da maestro e da spirito sensibile alla vita, ai vincoli affettivi, ai segreti ordini.
La biografia critica di Pallotti, “Juan Cingolani, un maestro di due mondi”, offre al lettore un ampio spazio per l’inizio della conoscenza del pittore e della sua opera. L’impegno con cui ha indagato nel suo periodo italiano, quanto alla sua dimora in America, e più precisamente a Santa Fe, in Argentina, permettono di tracciare sembianze di valutazioni, e sua volta, intuire un presupposto di lavoro portato a termine con notevole rigore, disciplina e professionalità.
Pallotti colloca Cingolani nella sua epoca. Scopre l’artista testimone del suo tempo. Uomo di due mondi, uomo di due secoli, indubbiamente al di sopra delle correnti classiche e degli stili, configurò una faccenda di definita ascendenza. Più della metà della sua vita la formò artisticamente nella sua Italia natia, e un po’ più di un quarto secolo prodigò la sua arte in queste terre di Garay, tanto lontane dalla sua formazione.
La presenza di Cingolani è stata decisiva nel panorama dell’arte santafesina. La prima decada del XX Secolo , che costituì gli albori delle accademie e l’insediamento dei primi pittori stranieri in queste parti, include anche lui. Ed è un avvenimento rilevante che un artista che lavorò nelle stanze di Raffaello, nell’Appartamento Borgia, che contribuì con i suoi pennelli alla restaurazione di “Il Giudizio Universale” di Michelangelo, che ritrattò il Papa Leone XIII e fece capolavori dell’importanza de “La Gerusalemme Liberata” di Torquato Tasso, oppure gli affreschi delle Chiese di Carpinetto e di Pollenza, arrivasse a Santa Fe de la Vera Cruz, città della Nazione più australe del mondo.

Arrivò a Santa Fe, come lo fecero i predecessori venuti pochi anni prima dall’Europa dell’Arte: José María Reinares, Salvador Cabedo, José María D’Annunzio. E qui – più di fare lezioni, che le diede – istruì generazioni di giovani e non tanto, in riferimento alla potenzialità espressiva delle grandi concezioni: l’arte maggiore sui muri, dei restauri, dell’arte ornamentale che gerarchizza gli spazi ecclesiastici e civili.

Senza dubbio, l’opera composta qui da Cingolani in po’ più di quattro lustri è stata portentosa. Si può parlare di genio, ma forse la parola giusta è “illuminato”.
Con il fervore dell’illuminazione lavorò arduamente su ponteggi o davanti a cavalletti, costruendo sempre altre realtà simboliche intorno ai grandi temi e alle grandi agiografie. E questo è da mettere in evidenza: l’effusione della sua arte. Il potere dell’esaltazione delle sue immagini religiose. La forza che caratterizzano i suoi ritratti. Infine, lo spazio che configura con i suoi pennelli e che portò il mezzo a un nuovo e rispettoso concetto dell’opera artistica.

Per tutto questo, il libro di Fernando E. Pallotti aggiunge ai suoi meriti intrinsici un componente di opportunità. Colma il vuoto, forse, in riferimento a indagini analitiche precedenti, e soprattutto, segna una svolta decisiva per gli studiosi di quell’arte costituita da correnti e da epoche. Situa un artista la cui opera è nel mondo dall’Italia alla Francia, dalla Turchia alla Spagna, ma che centralizza fondamentalmente in America, nella città argentina di Santa Fe, la sua visione concettuale finale.-

Dott. J.M. Taverna Irigoyen
Presidente
dell’Accademia Nazionale di Belle Arti
della Repubblica Argentina.

domingo, 8 de marzo de 2009

Imagenes de la Presentación del Libro "Juan Cingolani , maestro en dos mundos"





sábado, 7 de marzo de 2009

Imagenes de la Presentación del Libro "Juan Cingolani, maestro en dos mundos" 24 /02/2009







domingo, 1 de marzo de 2009

EN EL FORO CULTURAL

Presentación de “Cingolani, maestro en dos mundos”

El libro, de Fernando E. Pallotti, retrata la obra del gran pintor italiano, que vivió parte importante de su vida en nuestra ciudad.DE LA REDACCIÓN DE EL LITORALcultura@ellitoral.comEn la sede del Foro Cultural Universitario, tuvo lugar la presentación del libro “Cingolani, maestro en dos mundos”, de Fernando E. Pallotti. El volumen, profusamente ilustrado, reseña con rigor y minuciosidad, la vida y la obra del pintor marchigiano, que desarrolló gran parte de su labor en Santa Fe.El Dr. Jorge Taverna Irigoyen, presidente de la Academia Nacional de Bellas Artes y autor de la introducción a este libro, y el presidente de la Unione & Benevolenza Dante Alghieri de Santa Fe, Dr. Ramiro Larivey, se refirieron a la importancia del trabajo de Pallotti y al vacío que viene a cubrir con respecto a la documentación, testimonio e investigación sobre el pintor, que tanta importancia tuvo para el desarrollo y el crecimiento intelectual y artístico de nuestra zona. Destacaron el valor crítico y bibliográfico de la obra, que consta de 120 páginas y más de 100 imágenes, y que demandó casi cinco años de investigación, en distintos lugares de Argentina e Italia.Como escribió el académico Taverna Irigoyen en el prólogo, “Sin duda, la obra que concretó aquí Cingolani en poco más de cuatro lustros fue portentosa. Puede hablarse de genio, pero quizá la palabra justa sería iluminado”.“Con ese fervor de la iluminación trabajó arduamente, subido a entarimados y enfrentado a caballetes, forjando siempre otras realidades simbólicas en torno a los grandes temas y a las grandes hagiografías. Esto es lo que importa destacar: la efusión de su arte”.ROMPECABEZASFinalmente, el autor contó que su libro se realizó como si armara un rompecabezas, uniendo las obras de Cingolani, “las cartas enviadas a sus amigos que extrañaba, la búsqueda en Santa Fe, Rosario e Italia. Así pude reconstruir, casi en su totalidad, la obra de este personaje noble y bueno, artista reconocido en Santa Fe, más que en la misma provincia de Macerata. Llevó casi cinco años poder recopilar los datos, digitalizar las imágenes, y ubicar las obras. Además, tuve acceso a las correspondencias que el artista envió a sus grandes amigos, residentes en Italia. Ellas fueron fundamentales, ya que no solamente detallaba en las mismas los trabajos que iba realizando en Santa Fe, sino que esas personas, a través de sus descendientes, conservaron lo que Cingolani le enviaba en las cartas”.“La observación apropiada para definir al maestro de maestros, quien dedicó toda su vida a la pintura y a la enseñanza, fue que, animado por un constante y profundo amor por el arte, siempre estuvo iluminado por su espíritu angélico, su profundo sentido religioso, su instinto inalienable de artista puro, y su sello personal en su estilo”.
Foto: Fernando E. Pallotti, Jorge Taverna Irigoyen y Ramiro Larivey, en la presentación del libro. (realizada la imagen por Pablo Aguirre)
Fuente: Diario El Litoral domingo 1 de marzo de 2009 escenarios y sociedad

jueves, 26 de febrero de 2009

Presentación del libro "Juan Cingolani , maestro en dos mundos"

El martes 24 de febrero de 2009 a las 20,30 hs. en la sede del Foro Cultural Universitario (Sala Saer), 9 de Julio 2150, de la ciudad de Santa Fe, será presentado el libro “Cingolani , maestro en dos mundos”, de Fernando E. Pallotti, que relata la vida y la obra del pintor.El mismo fue prologado por el Dr. Jorge Taverna Irigoyen, Presidente de la Academia Nacional de Bellas Artes. Consta de 120 paginas y 101 imágenes, y demandó casi 5 años de investigación bibliografica en distintos lugares de Argentina e Italia.Este evento fue declarado de interés cultural por la Municipalidad de Santa Fe, el Ministerio de Innovación y Cultura de la Provincia de Santa Fe, la Universidad Nacional del Litoral, el Gobierno de la Provincia de Macerata (Italia) , la Asociación Marchigiana Santa Fe (Fe.Ma.CeL), el Com.It. Es (Circ. Consular Rosario), la Unione e Benevolenza Dante Alighieri de Santa Fe , la Sociedad Italo-Argentina Roma y ASTERIA SRL (Ascoli-Piceno, Región Marche-Italia)Cabe recordar que Juan Cingolani nació en Montecassiano. Provincia de Macerata (Marche, Italia) en 1859, y falleció en Santa Fe en 1932. En 1880, fue nombrado integrante del laboratorio de restauraciones de las obras del Vaticano, cargo que desempeñó durante 20 años. Se lo consideraba uno de los mejores retratistas en la Roma de aquellos tiempos, y una de sus obras más difundidas es la del Papa León XIII.Por la calidad de sus trabajos, en 1903 fue designado miembro de la Real Academia de Bellas Artes de Perugia.En 1909, emigró a la Argentina, donde sobresalió como uno de los mejores pintores de su época, y en Santa Fe fundó el Ateneo de Artes y Ciencias.De sus trabajos se destacan los frescos de la bóveda de la iglesia de Nuestra Señora del Carmen; los diversos medallones en el mismo templo y en el convento de San Francisco; las obras en la iglesia de Santo Domingo; la tela de la Virgen de los Milagros en la Iglesia de los Padres Jesuitas (Santa Fe). Tanto en estas pinturas como en la gran cantidad de obras que se hallan en propiedad de particulares -donde sobresale su tríptico Vivere Lieto-, Juan Cingolani tuvo una decisiva y perdurable influencia en el ambiente artístico santafesino, e hizo un inestimable aporte del arte marchigiano al patrimonio cultural de nuestra ciudad y de la Argentina.Imagen: Tapa del libro “Juan Cingolani, maestro en dos mundos”Blog para consultas: www.gcingolani.blogspot.com
Fuente: UNL
link :1) http://santafeciudad.com/modules/news/article.php?storyid=9003
2) http://www.lavozdesancarlos.com.ar/s/index.php?tipo=nota&base=005290-laregion&seccion=laregion
3) http://www.unl.edu.ar/noticias/agenda.php?id_agenda=1620
4) http://www.lt10digital.com.ar/home/index.php?acc=ns_fa&id=56272&id_sec=25

miércoles, 4 de febrero de 2009

150 AÑOS DE SU NACIMIENTO Homenaje al artista plástico Juan Cingolani

De la redacción de El Litoral de Santa Fe Edición del Sábado 17 de enero de 2009 Escenarios & Sociedad
Con motivo de cumplirse el próximo 22 de enero el 150º aniversario del natalicio del artista Juan Cingolani, la comisión permanente de homenaje de la Asociación Marchigiana Santa Fe (Fe.Ma.CeL) ha programado una serie de actos.
En este sentido, ese día, a las 19.30 se oficiará una misa en su memoria en la parroquia Nuestra Señora del Carmen, lugar donde está plasmada la más importante obra del ilustre artista plástico.
Además, se realizará una donación de material bibliográfico relacionado con la Regione Marche a la biblioteca de la Sociedad Ítalo-Argentina Roma.
Próximamente, será presentado en la sede del Foro Cultural Universitario, 9 de Julio 2150, el libro “Cingolani , maestro en dos mundos”, de Fernando E. Pallotti, que relata la vida y la obra del pintor. El mismo fue prologado por el Dr. Jorge Taverna Irigoyen, presidente de la Academia Nacional de Bellas Artes.
Este evento fue declarado de interés cultural por la Municipalidad de Santa Fe, el Ministerio de Innovación y Cultura de la Provincia, la Universidad Nacional del Litoral, el Gobierno de la Provincia de Macerata (Italia) y la Asociación Marchigiana Santa Fe (Fe.Ma.CeL).
Cabe recordar que Juan Cingolani nació en Montecassiano (provincia de Macerata, Marche, Italia) en 1859, y falleció en Santa Fe, en 1932. En 1880, fue nombrado integrante del laboratorio de restauraciones de las obras de El Vaticano, cargo que desempeñó durante 20 años. Se lo consideraba uno de los mejores retratistas en la Roma de aquellos tiempos, y una de sus obras más difundidas es la del Papa León XIII.
Por la calidad de sus trabajos, en 1903 fue designado miembro de la Real Academia de Bellas Artes de Perugia. En 1909, emigró a la Argentina, donde sobresalió como uno de los mejores pintores de su época, y en Santa Fe fundó el Ateneo de Artes y Ciencias.
De sus trabajos se destacan los frescos de la bóveda de la iglesia de Nuestra Señora del Carmen; los diversos medallones en el mismo templo y en el convento de San Francisco; las obras en la iglesia de Santo Domingo; la tela de la Virgen de los Milagros en la iglesia de los padres jesuitas (Santa Fe). Tanto en estas pinturas como en la gran cantidad de obras que se hallan en propiedad de particulares —donde sobresale su tríptico Vivere Lieto—, Juan Cingolani tuvo una decisiva y perdurable influencia en el ambiente artístico santafesino, e hizo un inestimable aporte del arte marchigiano al patrimonio cultural de nuestra ciudad y de la Argentina.
Fuente: Diario El Litoral de Santa Fe (Link: para visualizar :
http://www.ellitoral.com/index.php/diarios/2009/01/17/escenariosysociedad/SOCI-08.html

lunes, 2 de febrero de 2009

Muestra Fotográfica : “Cingolani el restaurador del Vaticano en Santa Fe”

La "Asociación Marchigiana Santa Fe" y la Comisión de Homenaje Permanente a Juan Cingolani realizarán conjuntamente la muestra denominada "Cingolani : el restaurador del Vaticano en Santa Fe", compuesta por fotografías (realizadas por Silvina Helbling) de obras pictóricas del notable artista marchigiano nacido en Montecassiano (Macerata).
La exposición se podrá visitar en la sede de A.M.U.R, 25 de Mayo 2048, de lunes a viernes, de 9 a 17, hasta el 4 de agosto de 2006.

Omaggio a Giovanni Cingolani

Con motivo di compiersi il 23 corrente il 70º Anniversario della morte di GIOVANNI CINGOLANI, l’Associazione Marchigiana Santa Fe – membro fondatrice della Fe.Ma.Cel-ha programmato una serie di atti in suo omaggio.
Difatti questo giorno si ufficierá una Messa alle ore 19,00 nella Chiesa Nuestra Señora del Carmen della nostra cittá.
Data la trascendenza dell’illustre artista plastico marchigiano, si é costituita una Commissione Permanente di Omaggio alla sua vita e opere, che é a carico del Dott.Fernando Enrique Pallotti, il quale espleta accurate ricerche sui marchigiani che si distinguono nelle varie discipline in ogni tempo.

Fuente: El Litoral de Santa Fe lun. 22-4-2002

Homenaje a Giovanni Cingolani

La ASOCIACIÓN MARCHIGIANA SANTA FE (Fe.MaCeL) , con motivo de cumplirse mañana el 70° aniversario del fallecimiento de Juan Cingolani, ha programado una serie de actos en su homenaje. En este sentido, se oficiará mañana a las 19 una misa en la parroquia Nuestra Señora del Carmen y además, dada la trascendencia del ilustre artista plástico marchigiano, se ha constituido una comisión permanente de homenaje, que encabeza el Dr. Fernando Enrique Pallotti, que viene desarrollando una significativa labor de investigación sobre los marchigianos que se han destacado en diversas disciplinas a través del tiempo.
Fuente: El Litoral de Santa Fe lun. 22-4-2002)

domingo, 1 de febrero de 2009

Juan Cingolani, pintor, integrante del laboratorio de restauraciones del Vaticano durante 20 años.

Giovanni Cingolani (castellanizado como Juan) nació en Montecassiano (provincia de Macerata, Marche, Italia) el 22 de enero de 1859 y falleció en Santa Fe el 23 de abril de 1932. En 1880 fue nombrado restaurador de los frescos de la Capilla Sixtina del Vaticano (departamento Borgia, Cámara de Rafael), cargo que desempeñó durante 20 años.
Se lo consideró uno de los mejores retratistas de su tiempo, y una de sus obras más difundidas fue la realización del retrato del Papa León XIII. Entre sus cuadros más famosos se halla uno de grandes dimensiones que se exhibe en Macerata (Italia): el “Torquato Tasso” .Por la calidad de sus trabajos, en 1903 fue designado miembro de la Real Academia de Bellas Artes de Perugia.
En 1909 emigró a la Argentina en la que sobresalió como uno de los mejores pintores de su época. En Santa Fe fundó el Ateneo de Artes y Ciencias."De sus trabajos se destacan los frescos de la bóveda y los medallones de la Basílica de Nuestra Señora del Carmen, las obras en la Iglesia de Santo Domingo, la tela de la Virgen de los Milagros en la Iglesia de los Jesuitas (todos en Santa Fe) ,tanto en estas pinturas como en la gran cantidad de obras que se hallan en propiedad de particulares -donde sobresale su tríptico Vivere Lieto- Cingolani tuvo una decisiva y perdurable influencia en el ambiente artístico santafesino, e hizo un inestimable aporte del arte religioso italiano-marchigiano al patrimonio cultural de nuestra ciudad y de la Argentina".
Fuente: Fer
© 2009 - Todos los derechos reservados/ Tutti i diritti riservati ( Argentina-Italia)

sábado, 31 de enero de 2009

Giovanni Cingolani, pittore e restauratore dello Stato del Vaticano



Giovanni Cingolani (in spagnolo Juan) nacque nel 22 gennaio 1859 da una famiglia di agricoltori residenti nella frazione di Sant´Egidio, vicino al Municipio di Montecassiano (Provincia di Macerata -Regione Marche -Italia).Rimasto analfabeta fino all´età di 12 anni ma dotato di un innato talento nel disegno, intraprese gli studi grazie all´intervento del pittore locale Amadio Iachini (suoi dipinti si trovano nelle chiese di S. Egidio e di Vissani) che ne intuì le promettenti doti artistiche.Entrato in contatto con il pittore neoclassico maceratese Giuseppe Mancini Cortesi, frequentò l´Accademia di Belle Arti di Perugia, dove recepì i modi della pittura purista e romantica.Nel 1880 si trasferì a Roma, dove entrò in contatto con la cerchia tedesca dei "Nazareni" e con Ludovico Seitz (autore del grande complesso decorativo della Cappella Tedesca nella Basilica di Loreto). Ottenne l´incarico di restauratore dello Stato del Vaticano, lavorando al recupero dell´Appartamento Borgia del Pinturicchio, delle Stanze di Raffaello e degli michelangioleschi nella Cappella Sistina.Nel 1909 si trasferì definitivamente a Santa Fe, in Argentina, affiancando l´attività didattica al costante impegno artistico. Qui morì nel 1932, compianto dalla nazione come artista di consolidata fama.

Fuente: Montecassiano, itinerario pubblicazione del Comune.